Grazia, fiducia e accettazione, “the art of trusting”

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La facoltà di scelta non deve funzionare in base alle mie preferenze, alle mie antipatie e simpatie,  ma deve funzionare e svolgere il suo compito nonostante le avversità, le situazioni o l’ ambiente circostante e perché ciò accada, come abbiamo  già discusso, servono la Grazia e la fiducia e dalla fiducia l’accettazione.

Rispetto all’accettazione, lo abbiamo già discusso nella lezione precedente, dobbiamo chiederci: “Io compiaccio me stesso? E compiaccio gli altri? Perchè? Come?” La maggior parte delle volte penso che l’ accettazione equivalga a compiacere, ma c’è una grande differenza tra accettazione e compiacere:  ho bisogno di accettare me stesso non di compiacere me stesso. Se vi osservate attentamente, la maggior parte del tempo voi compiacete voi stessi e cercate di giustificarvi in nome dell’accettazione.

Poiché è stato detto molte volte: “Devo realmente accettare me stesso”,   può sorgere in voi la domanda: “Io mi rifiuto? Swamiji se sottolinei che devo accettarmi allora significa che mi rifiuto?”  Se mi fate questa domanda vi dirò: “Sì” e vi dirò anche che vi state rispondendo di sì da soli, lo dimostrate facendo questa domanda. Osservatevi, voi vi rifiutate o, se non volete usare la parola ‘rifiuto’, possiamo dire che di certo non vi accettate

Quando non accetto me stesso non posso nemmeno apprezzarmi.

L’apprezzamento inizia quando c’è piena accettazione di sé, invece io accetto me stesso ponendo delle condizioni.

Gli esperti delle aziende sono molto furbi, nella descrizione dei prodotti mettono un asterisco e un testo molto piccolo dove elencano una serie di condizioni, i caratteri sono così piccoli che non riuscite nemmeno a leggere e lì è scritto tutto quello che c’è di sbagliato in quel prodotto. Voi lo comprate accettando quelle condizioni e quando qualcosa va male non potete lamentarvi, se vi lamentate vi diranno: “Era tutto scritto, hai  accettato quelle condizioni, è un problema tuo, non nostro!”

 

Accettiamo noi stessi ponendo delle condizioni

Noi accettiamo noi stessi ponendo delle condizioni e facciamo sempre ogni cosa ponendo delle condizioni.

Vi faccio un esempio: oggi è domenica e il corso cominciava alle 9.30 e a quell’ora  dovevate essere qui, in base a quanto lontano abitate vi siete alzati, chi abita qui vicino, si è alzato alle 8.30, chi abita a due ore di distanza si è alzato alle 5.30 per arrivare in tempo.

Per poter essere qui alle 9.30,  nonostante fosse domenica,  qualcuno si è svegliato alle 8.30 e qualcun altro alle 5.30, ora vi chiedo: “Se oggi non ci fosse stato nessun corso, essendo domenica a che ora vi sareste alzati?”  Tutti risponderanno: “Se avessi potuto sarei stato a letto fino a tardi.” La maggior parte del tempo le domeniche le persone si sentono più pigre, si rilassano ed incoraggiano la pigrizia. Essere rilassato ed assecondare la pigrizia sono due cose molto diverse.

Vi potete rilassare, non c’è nulla di sbagliato, ma non associate il rilassamento con la pigrizia. La mente invece vi dirà: “Rilassamento  significa pigrizia” e voi penserere: “Oh sì ho bisogno di rilassami un pò, cioè di diventare pigro.” Quando la vostra mente vi dice: “Ho bisogno di rilassarmi” cosa vuol dire? Vuole essere pigra. Onestamente parlando,  non fare nulla,  non vuole dire rilassarsi, il corpo fisico si ferma ma non la mente e tante volte la mente impazzisce ancor di più proprio mentre il corpo si riposa.

Tornando alla nostra discussione, siamo convinti che rilassamento e pigrizia siano la stessa cosa, esattamente come siamo convinti che compiacere e accettazione siano la stessa cosa.

Se veramente devo imparare ad accettarmi ed apprezzarmi non posso compiacere me stesso.

Allora potrebbe sorgere una domanda: “Perché facciamo tutto ciò?” ed arriviamo all’argomento chiave:  questo avviene a causa della paura. Cos’è quella paura? Non è altro che mancanza di disciplina.

 

Ogni volta che c’è mancanza di disciplina c’è paura.

Vi faccio un esempio, se sono un autista e guido in modo disciplinato, avrò paura della polizia? O di un controllo? No. Invece se sto guidando in modo indisciplinato e vedo improvvisamente un auto della polizia al lato opposto della strada cosa mi accadrà? E se poi l’auto della polizia fa suonare la sirena, fà inversione di marcia e viene verso di me, cosa mi accadrà? Il panico. Se sto guidando in modo corretto e ho i documenti a posto, posso avere un pò timore e perciò rallento e osservo, invece se sono indisciplinato cosa farò? O aumento la velocità o creo ancora più confusione e a quel punto la polizia mi fermerà. Forse stavano andando da un’altra parte ma se mi faccio prendere dal panico e creo confusione allora la polizia mi fermerà e mi chiederà: “Cosa stai facendo?”

Ho paura nel momento in cui nella mia vita c’è mancanza di disciplina. Nella vita se siete molto timorosi o se siete spaventati da ogni cosa non è altro che per mancanza di interesse nei confronti della disciplina. Perché la mente non vuole disciplinarsi e quando non vuole disciplinarsi proietta paure e quando proietta delle paure, per sbarazzarsi della paura, la mente cerca di capire e inizia ad intellettualizzare. Nel momento in cui iniziamo ad intellettualizzare rispetto a qualsiasi cosa è perché non vogliamo sottorporci a disciplina.

Potete osservarlo in voi stessi, ogni volta in cui volete intellettualizzare. in quel momento non volete disciplinarvi e quando non volete disciplinarvi ci sarà per forza paura in voi e per evitare la paura vi aiutate con l’intelletto giustificandovi o esibendovi.  Avrete osservato i bambini,  quando un bambino fà un errore e viene scoperto per prima cosa starà in silenzio, invece se è un adolescente si difenderà. Un bambino piccolo si difende col silenzio, non ha altri mezzi, come gli animali, se un cane fà un errore starà buono buono con la coda tra le gambe e vedendolo così capite che ha fatto qualche monelleria.

Se un adolescente fa un errore non starà zitto, inizierà a litigare, cercherà di giustificarsi e se non funzionerà correrà via o si metterà a piangere. Accade o no?

Nella mia vita, se la mia mente non vuole sottoporsi ad una disciplina, cercherò di nascondermi, di non sottopormi a disciplina e cercherò di gestire la mia vita con questa paura, ci convivrò.

La mente non riesce ad accettare di sottoporsi a una disciplina perché è convinta che essere disciplinati significhi essere severi e rigidi. Ricordatevi questo non è corretto.

Considerate bene questo: secondo voi, i vostri ‘mi piace – non mi piace’ tra loro sono opposti? Oppure in ciò che ‘mi piace’ è contenuto anche ciò che ‘non mi piace’  e in ciò che ‘non  piace’  è contenuto anche ‘ciò che piace’? Cos’è giusto? Lo affronteremo nella prossima lezione ….tratto dalle lezioni “The art of trusting” di Swami Ananda Saraswati

 

 

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