Primi insegnamenti sulla Meditazione

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“Spesso vi sarò sembrato critico rispetto alla meditazione. In realtà non lo sono affatto, piuttosto critico l’approccio  che generalmente ora si ha rispetto alla meditazione. Ad esempio, una delle definizioni più popolari è che la meditazione sia una pratica, supponiamo sia una pratica, pratica di che cosa? La risposta comune è: “Pratica di concentrazione su uno specifico oggetto”.

Allora sorge un’altra domanda: “Concentrazione su quale oggetto?”  E la definizione procede dicendo: “E’ una pratica di concentrazione su un suono, su un oggetto, su una visualizzazione, sul movimento del respiro. E’ portare l’attenzione a se stessi allo scopo di aumentare la consapevolezza del momento presente. Serve a ridurre lo stress, promuovere il rilassamento, la crescita personale e spirituale”.

Questa è una delle definizioni più diffuse, ma ce ne sono anche molte altre ed ogni persona a cui chiederete vi darà una definizione differente, ad esempio: “La meditazione è una concentrazione priva di sforzo”, “E’ fermare la mente in modo da non essere distratti da nulla così da  poter ascoltare se stessi”, “E’ un modo di evocare il rilassamento”, “E’  addestrare e rinforzare la consapevolezza”, “E’ un modo per focalizzare la mente e focalizzare il Sé, un modo per fermare il pensiero meccanico e rilassare corpo e mente”, “E’ una tecnica per calmare il sistema nervoso  e calmare corpo e mente, aumentare l’autostima, ridurre l’ansietà, alleviare la depressione.” Altri  ancora dicono: “La meditazione è molto semplice, è creare benessere nella mente senza essere coinvolti, stare seduti in silenzio e perdere il senso di separazione”, “E’ una tecnica per collegare corpo, mente e anima”, “Mentre la preghiera è parlare a Dio, la meditazione è ascoltarlo”, “La meditazione è entrare in contatto intimo con tutte le cose e gli esseri” e così via.

Ora ditemi, dopo tutte queste definizioni cosa avete capito?
Sicuramente a questo punto sarete confusi.

Questa è la ragione per cui spesso dico che “meditation is mad-itation” cioè la meditazione è mad-itazione  (‘mad’ in inglese significa matto), perché,  se inizio a meditare senza la necessaria comprensione, inevitabilmente sorgerà della confusione.

Adesso vi parlerò brevemente di ciò che la psicologia intende per meditazione e in seguito vi dirò cosa dicono gli Shastra, i testi sacri, i testi della Conoscenza.

Cosa dice la psicologia? Meditazione-concentrazione e meditazione-mindfulness

Gli psicologi dividono la meditazione in due tipologie: una è la meditazione-concentrazione e l’altra è la meditazione-mindfulness

Nella meditazione-concentrazione l’attenzione viene focalizzata su un singolo tema,  questo può essere il respiro, un oggetto, un suono o anche la ripetizione di un mantra. Secondo gli psicologi lo scopo di questa pratica è imparare a focalizzare l’attenzione e sviluppare la concentrazione così che,  specialmente quando pensieri o emozioni sorgono, il meditante gentilmente sia in grado di riportare la mente all’oggetto di meditazione prescelto. Molte persone si aiutano con questo tipo di  meditazione,  cercano di focalizzare la mente subconscia e ottengono molti benefici a livello fisico e mentale.

La seconda categoria invece,  la meditazione-mindfulness,  è una pratica in cui ci si esercita a diventare consapevoli dell’intero campo di percezione o attenzione. Il meditante è invitato a diventare consapevole di tutti i pensieri, sensazioni e percezioni in ogni momento, non appena questi si presentano. Chi pratica la meditazione-mindfulness aumenta l’abilità di concentrazione e diventa anche capace di calmare la mente. Molte forme di meditazione appartengono a una di queste due categorie o a entrambi.

Cosa dicono gli Shastra, i testi della Conoscenza?

La meditazione è una delle discipline spirituali. Comprendete bene questo! E’ molto importante, la meditazione è una delle discipline spirituali ed occupa una posizione di rilievo nella maggior parte delle tradizioni spirituali: in ogni religione esiste una forma di meditazione.

La maggior parte delle definizioni più diffuse, invece,  sottolineano che la meditazione è una pratica e solo molto raramente troviamo qualcuno che affermi che la meditazione sia una disciplina spirituale. Oltre tutto, dicendo: “Io pratico la meditazione”, in realtà, mi sto allontanando dal vero scopo della meditazione, viceversa, se considero la meditazione una disciplina spirituale,  mi sto dirigendo verso il suo vero scopo.

La differenza tra pratica e disciplina spirituale

La meditazione è una disciplina spirituale e, lo sottolineo di nuovo,  non è una pratica spirituale. Spero che capiate la differenza tra pratica spirituale e disciplina spirituale: la pratica non ha bisogno di alcuna comprensione, per la maggior parte del tempo è una ripetizione meccanica, come quando chiedete a un bambino di praticare certe cose ripetendo questo e quell’altro. La disciplina presuppone la comprensione, senza un’ adeguata comprensione si può avere disciplina? No. Ecco perché la meditazione è una delle discipline spirituali e ha bisogno di una corretta comprensione e deve essere chiaro perché si dovrebbe meditare,  cos’è la meditazione e  qual è il suo scopo.

Senza una corretta comprensione, molte persone considerano la meditazione una pratica spirituale o una mera pratica ed è questa la ragione per cui oggigiorno la meditazione è raccomandata per molte cose:  per  la salute fisica e mentale, per  lo sviluppo personale, per ottenere migliori risultati al lavoro, nello sport, etc. Ognuno usa la meditazione come un mezzo per raggiungere un suo proprio scopo, così facendo, però, il vero scopo andrà perduto.

Tratto dal libro “Meditazione”, di Swami Ananda Saraswati, (edito da Vidya Vahini Trust, distribuito in Italia da Yoga Vidya Onlus)

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