Yoga e tradizione Vedica

Nel corso di molte migliaia di anni, nell’ attuale India, una volta chiamata Bharata, si è accumulata una vasta raccolta di testi sacri, che ha preso la definizione di Veda. Scritti nell’ accuratissima lingua sanscrita e che Yogi e Rishi  attinsero dalle dimensioni superiori attraverso meditazioni profonde.  Tutt’oggi possiamo venire a contatto con tale saggezza infinita contenuta sia nei Veda che in tutti i testi sacri appartenenti alla tradizione , grazie anche alla possibilità di studiare sotto la guida di  insegnanti (acharya) che appartengono ad un lignaggio accreditato( altrimenti non si potrebbero dire tali, occhio quindi sempre a chi si spaccia per Maestro, si verifichi sempre l’appartenenza ad un lignaggio accreditato, diffidando quindi  dei “self made Guru”  o maestri fai da te!!!).

Tali insegnanti (acharya) sono i detentori e i vettori del corpus di conoscenza denominato Veda o i Veda. Lo stesso termine video proviene proprio da Veda, che significa vedere e comprendere la verità.  I Veda hanno attraversato i secoli , trasmessi e trascritti in sanscrito , “linguaggio perfetto” , come già accennato prima , ciò ha impedito che il significato del relativo sapere fosse distorto o smarrito nel corso del tempo. Secondo gli antichi Veda,  alcuni termini della lingua sanscrita furono congegnati al fine di comunicare immagini ed esperienze profonde in modo estremamente preciso. Espressioni e descrizioni, formule e racconti, lavorano come una sorta di programmazione spirituale, che attraverso il solo suono espande le nostre capacità immaginative .

Secondo gli eterni e antichissimi Veda, l’universo in cui ci troviamo è soltanto uno degli infiniti miliardi di universi simili, un insegnamento di cui la scienza ha peraltro dimostrato la verità.  Il termine universo significa tutto ciò che ruota come uno, ovvero un unico campo di energia completamente interconnessa, che si manifesta, continua per un certo periodo di tempo, si dissolve e che ritorna a manifestarsi. I Veda si riferiscono ad ognuno di questi universi come ad una sorta di scuola, un campus a cui possono iscriversi un numero illimitato di esseri eterni, accorsi per imparare le lezioni della materia. In realtà tali universi vengono descritti come espressione materiale dell’essere supremo.

Nella tradizione Vedica così pure in quella dello Yoga che è una delle espressioni di quest’ultima,  gli universi esteriori così come quelli interiori non sono affatto opposti ma complementari, cioè a dire l’uno espressione dell’altro.  Secondo i Veda esistono quattordici dimensioni o mondi della materia. Nella fisica moderna la teoria delle stringhe ne ipotizza un numero quasi inferiore. Sebbene gli yogi e i fisici moderni non si trovino necessariamente a parlare delle stesse cose, sono perlomeno d’accordo che l’universo  sia costituito da dimensioni.

La funzione dello Yoga in quanto darshana o punto di vista all’ interno della tradizione,  consiste nel rivolgere lo sguardo nell’ universo interiore o dimensione interiore dell’essere umano.  La maggior parte della gente dà valenza al mondo esteriore di cui ne fa esperienza, pensando che sia reale, mentre il mondo interiore è creduto irreale. Gli Yogi e Rishi di tutti i tempi affermano che entrambe le dimensioni sono reali e connesse con livelli superiori di realtà.

I Veda contengono storie e descrizioni delle dimensioni  al di là della materia, capaci di risvegliare la memoria di ciò che realmente siamo e della nostra vera origine.  Tale risveglio attribuisce all’ anima una nuova direzione in  relazione allo scopo ultimo dell’esistenza umana, così come illustrato nel sesto darshana chiamato Vedanta (fine dei Veda ). I Veda rivelano che la nostra anima (jivatman) illumina la materia della nostra mente e del corpo fisico nello stesso modo in cui il sole illumina la terra. La vita materiale è quindi azionata dalla coscienza dell’anima, di cui ci siamo però dimenticati nel corso del tempo.

Lo Yoga è un percorso di risveglio graduale della percezione diretta del nostro corpo spirituale, e favorisce l’ abbandono di qualsiasi residuo di attaccamento alla materia intesa come oscurità.  Swami Ananda Saraswati

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