La meditazione è una delle discipline spirituali

12238106_10204681685274407_4886773475730478933_o

La meditazione è una delle discipline spirituali. Comprendete bene questo concetto, perchè è molto importante, la meditazione è una delle discipline spirituali ed occupa una posizione di rilievo nella maggior parte delle tradizioni spirituali: in ogni religione esiste una forma di meditazione.

La maggior parte delle definizioni, quelle più diffuse, invece,  sottolineano che la meditazione è una pratica e molto, molto raramente troviamo qualcuno che affermi che la meditazione sia una disciplina spirituale. Oltre tutto, dicendo: “Io pratico la meditazione”, in realtà, mi sto allontanando dal vero scopo della meditazione, viceversa, se considero la meditazione una disciplina spirituale,  mi sto dirigendo verso il suo vero scopo.

La meditazione dunque  è una disciplina spirituale e, lo sottolineo di nuovo,  non è una pratica spirituale. Spero che capiate la differenza tra pratica spirituale e disciplina spirituale: la pratica non ha bisogno di alcuna comprensione, per la maggior parte del tempo è una ripetizione meccanica, come quando chiedete a un bambino di praticare certe cose ripetendo questo e quell’altro. La disciplina presuppone la comprensione, senza un’ adeguata comprensione si può avere disciplina? No. Ecco perché la meditazione è una delle discipline spirituali e ha bisogno di una corretta comprensione e deve essere chiaro perché si dovrebbe meditare,  cos’è la meditazione e  qual è il suo scopo.

Senza una corretta comprensione, molte persone considerano la meditazione una pratica spirituale o una mera pratica ed è questa la ragione per cui oggigiorno la meditazione è raccomandata per molte cose:  per  la salute fisica e mentale, per  lo sviluppo personale, per ottenere migliori risultati al lavoro, nello sport, etc. Ognuno usa la meditazione come un mezzo per raggiungere un suo proprio scopo, così facendo però  il vero scopo andrà perduto.

Pertanto, finché non è chiaro qual è lo scopo della meditazione,  non è possibile accettare  la definizione che la meditazione sia una disciplina spirituale.

Comprendete bene questo, cosa vogliono le persone nella vita? Cosa vogliono tutti? Potete rispondere pace, felicità, libertà. In realtà tutte queste cose sono la stessa cosa, sono un’unica cosa, sia che io voglia essere felice, sia che io voglia essere libero,  felicità e libertà devono essere entrambe presenti tutto il tempo e non solo ogni tanto e poi svanire. Non vogliamo una libertà che va e viene, vogliamo una libertà permanente.

Tutti lottano ogni giorno, dalle persone potenti ai politici, ai grandi industriali, ai religiosi più importanti. Cosa fanno? Perché lo fanno? Tutti vogliono essere felici e si danno un gran da fare per diventarlo. C’è chi dice: “Voglio diventare capo del governo, così sarò felice.” Poi, se guardiamo da vicino un capo del governo, è veramente una persona felice? Oppure un grande industriale dice: “Voglio essere ancora più ricco e potente,  così sarò felice.” Poi, se guardiamo gli industriali di successo, sono persone felici? Un sacerdote potrebbe dire: “Voglio diventare un religioso, al massimo livello, allora sì che sarò felice.” Ma se guardiamo i religiosi più importanti, sono davvero felici?

La maggior parte del tempo  presumiamo che gli altri siano felici e che arrivando al loro posto saremo felici anche noi. Accade la stessa cosa quando guardiamo una montagna: da lontano è bellissima, così verde, poi quando ci avviciniamo notiamo che ci sono tanti problemi.

  Per noi ogni persona ed ogni cosa sono magnifici da lontano e, alla ricerca della felicità,  continuiamo a  guardare lontano,  pensando che la felicità sia in qualche luogo e la rincorriamo come un miraggio. E’ così o no? Fin dall’infanzia siamo stati programmati a cercare la felicità in qualcosa: prima una buona educazione, un buon lavoro, poi il matrimonio, i figli, il potere, una posizione sociale, etc. Tutte queste cose rientrano nella stessa categoria.

Ma la felicità non può essere il prodotto di alcuna cosa o azione e negli shastra invece viene sottolineato che, se realmente voglio essere una persona felice, se realmente sto cercando la felicità, devo comprendere che la felicità non può essere il prodotto di alcuna cosa o azione, perché se è prodotta nel tempo, nel tempo verrà distrutta. Tutto ciò che è prodotto nel tempo ha un inizio e una fine. E’ inevitabile.

Ogni  cosa creata nel tempo, verrà distrutta nel tempo. Voglio essere una persona felice e cerco di raggiungere la felicità nelle cose,  ma questa felicità essendo creata nel tempo, è temporanea, così come viene poi andrà via. Significa che non è felicità. Allora realmente cosa sto cercando? Cos’è la felicità? “Quella felicità ultima, che è la sorgente di quella felicità,  è chiamata me stesso.” Io sono la sorgente della felicità, la felicità non è nel mondo esterno e  non posso essere una persona felice mediante l’agire. 

A questo punto voi potreste facilmente obiettare che invece siete felici quando fate qualcosa, questa è la vostra esperienza ed è la ragione per cui andate a fare compere in un centro commerciale,  perché questo vi rende ‘felici’. Anche spendere del denaro equivale a fare qualcosa. Ora voi potreste dirmi: “Quando non facciamo nulla siamo infelici mentre quando facciamo qualcosa siamo felici,  come puoi venirci a dire che mediante il ‘fare qualcosa’ non è possibile essere felici?”

Ve lo spiego in un modo molto semplice: quando prima  vi ho fatto l’esempio del centro commerciale e che per essere felici dovete andarvi e spendere del denaro, eravate felici o no? Semplicemente ascoltando questo esempio avete sorriso o no? State di nuovo sorridendo ora! Significa che qualcosa è successo. Ora vi dico un’altra cosa: “Vi racconterò una storiella di  Pierino….” Cosa è successo? Ascoltando la parola ‘Pierino’ avete sorriso o no? Cosa avete fatto ora? Avete fatto qualcosa? No. Noi non abbiamo bisogno di nulla per essere persone felici e invece viviamo in un sogno da svegli, in cui siamo convinti che facendo qualcosa diventeremo felici.

Vi faccio un esempio: esiste un cervo nel cui ombelico è presente una sostanza che profuma di muschio, il cervo non lo sa e cerca attorno a sé quel profumo, non capisce che quel profumo sta in se stesso. Dopo avere tanto cercato, il tempo trascorre e alla fine il cervo muore, a quel punto arriva una persona ed estrae dal cervo quella fragranza particolare. Così,  come quel povero cervo passa la sua vita cercando quel profumo, tutti noi stiamo facendo lo stesso: il profumo è in noi e invece continuiamo inutilmente a cercarlo nel mondo esterno. Continuando a correre sempre nel mondo esterno, quando il tempo verrà  moriremo, qualcuno metterà un fiore sul nostro corpo morto ma a noi cosa importerà? Quando siamo vivi nessuno ci porta un fiore e nemmeno noi doniamo dei fiori a noi stessi, ma dopo morti qualcuno viene ogni anno a portarci dei fiori. E a noi che importa? Realmente ha qualche importanza?

Ad ogni modo, se sto cercando la felicità e io sono la sorgente della felicità, allora non devo fare niente, perché qualsiasi cosa io faccia, questa cosa è creata nel tempo e di nuovo sarà distrutta nel tempo. Se riconosco di essere la sorgente della felicità, avrò bisogno di creare qualcosa? No. Ecco cos’è. Per comprenderlo bisogna rimuovere l’ignoranza e  questo è il compito dell’insegnamento…tratto dagli insegnamenti di Swami Ananda Saraswati sulla meditazione

 

Add a Comment