La Meditazione alla base dello Yoga e dello stile di vita dell’Ayurveda

La meditazione è alla base dello Yoga tradizionale e dello stile di vita della medicina ayurvedica.
La meditazione ci consente di contattare le radici della nostra coscienza e del nostro prana, che è la nostra energia vitale, inoltre, collegandoci al nostro Sé superiore, ci mette in relazione con le forze curative e trasformative del prana universale presente in tutto l’universo autocosciente. Quando meditiamo quotidianamente, acquisiamo la capacità di entrare in contatto con tutta la vita e con la nostra vera essenza.
Lo Yoga descritto negli Yoga Sutra di Patanjali,* è definito come ” yoga chitta vritti nirodha”, cioè: lo yoga è la sospensione delle modificazioni della mente, una mente quindi senza fluttuazioni, stabilita nello stato di yoga, questo processo dona la possibilitá di connettersi con la nostra vera natura, il nostro Sè o Purusha situato oltre la mente. Questa è anche una definizione di Samadhi o coscienza unitaria, che è l’obiettivo dello Yoga. In altre parole, lo Yoga è tutto ciò che riguarda la meditazione profonda in primo luogo e soprattutto.

I tre aspetti interiori delle ben note otto membra dello Yoga sono: dharana, dhyana e samadhi, cioè concentrazione, meditazione e assorbimento. Questi tre insieme formano il samyama o profonda consapevolezza yogica che è alla base dei poteri e delle intuizioni della pratica Yoga come definito nel terzo capitolo del testo di Patanjali, intitolato Vibhuti Pada. Gli Yoga Sutra contengono solo due Sutra relativi alle asana (posizioni), più della metà dei Sutra sono legati a questi fattori interni che riguardano la meditazione, il samyama e il samadhi, e che sono alla base della realizzazione del Sé nello Yoga.

Nello Yoga la meditazione si basa principalmente sull’assunzione dell’atteggiamento del testimone (Sakshi-bhava), il che significa allineare la nostra consapevolezza con il nostro Sé interiore , il nostro Veggente, procedendo in questo modo, attraverso la pratica dello Yoga impariamo ad essere testimoni dei movimenti del corpo, dei sensi e della mente da un luogo di silenziosa consapevolezza e di luce interiore. Questo bhava (atteggiamento) garantisce distacco e discernimento che aiutano a risolvere i modelli karmici negativi, cioè schemi comportamentali acquisiti durante i nostri vissuti in questa o in altre vite, che ci fanno soffrire e vivere in maniera poco consapevole. Qualunque cosa viviamo dal punto di vista di una maggiore consapevolezza, ci garantisce la libertà da questi schemi comportamentali, potendo guarire a un livello profondo. Insomma, essere testimoni delle nostre emozioni, le trasforma, rendendoci più oggettivi di fronte a cose, persone e situazioni. 

La meditazione oggi è spesso legata all’idea di consapevolezza, che può suggerire un’attività mentale. La meditazione yogica, tuttavia, enfatizza una consapevolezza della mente, che richiede la coltivazione di un’intelligenza e di una coscienza al di là della mente e dei sensi ordinari, che si estende in ultima analisi, oltre il tempo e lo spazio. Gran parte di ciò che chiamiamo mente è infatti inconscia o subconscia, non veramente consapevole ma condizionata spesso in modo negativo. Questo include la maggior parte dei nostri ricordi ed emozioni. Questo aspetto inferiore della mente deve essere trasformato da una coscienza superiore.

La meditazione yogica a questo proposito è una ricerca interiore del nostro Sé immortale interiore (Atman o Purusha), e comporta un processo sistematico di introspezione, di auto-esame , che diventa la base dello Jnana Yoga o Yoga della conoscenza, come definito nel Vedanta. Tuttavia, anche le forme devozionali di meditazione yogica sono altrettanto importanti, come quelle che sottolineano il concetto dell’abbandono al Divino (Ishvara Pranidhana).


Significativo per lo Yoga e anche per l’Ayurveda è l’uso dei mantra . Negli Yoga Sutra, il mantra OM (Pranava) è detto essere l’indicatore di Ishvara o il Divino. OM, simbolo del suono primordiale, si collega con l’intera tradizione dei mantra vedici, a partire dai singoli bija mantra (mantra formato da una sola sillaba) che vengono sillabati ed estendendosi alle preghiere mantriche o sukta dei Rishi Vedici, come il famoso mantra Gayatri dedicato al potere solare che dona l’illuminazione.

Ci sono vari metodi nello Yoga e nell’ Ayurveda per scegliere i mantra relativi alle esigenze individuali, nell’assegnazione di un mantra si tiene conto dei tre dosha (Kapha,Vata,Pitta, ) dei tre guna (Rajas, Tamas, Sattva) e del karma della persona, infatti, non esiste un unico mantra che vada bene per tutti ma, proprio come si fa una diagnosi in base alla costituzione della persona, così è necessario un esame per determinare il mantra appropriato per ciascuna persona. Tuttavia , ci sono meditazioni di gruppo in cui sono utilizzati dei mantra che vengono recitati dai partecipanti durante la meditazione.

L’Ayurveda come lo Yoga nasce dalla tradizione dei grandi Rishi dei Veda che include grandi yogi come : Vasishta, Visvamitra, Vamadeva, Yajnavalkya e Agastya. Il Signore Dhavantari , una delle incarnazioni di Vishnu, è colui il quale ha trasmesso tutto il sapere riguardo la medicina ayurvedica all’Umanità.

Il perfetto equilibrio di mente, corpo e anima è considerato come la salute completa nell’ Ayurveda.
L’Ayurveda impiega lo Yoga nei suoi otto aspetti come parte della sua terapia detta Sattvavajaya, la seconda delle sue tre forme di terapia ( la prima è *Daiva-Vyapashraya, la terza *Yukti-Vyapashraya), insieme al bilanciamento dei dosha e alla rettifica del nostro karma. Il Sattvavajaya mira ad aumentare il sattva guna, la qualità dell’ equilibrio nella nostra mente, . Un aumento del guna sattvico, inoltre, porta l’ individuo più vicino al raggiungimento dell’obiettivo della vita: il Samadhi o la realizzazione del Sé.

Nell’ Ayurveda rajas e tamas, le qualità dell’agitazione e dell’inerzia, sono considerate come fattori di malattia a livello della mente. L’aumento del sattva attraverso le pratiche di Yoga è alla base della psicologia ayurvedica nel trattamento della mente, in questo contesto la meditazione è una terapia primaria. Infatti una mente meditativa e silenziosa ha il potere di guarire se stessa.

Infine, la dieta appropriata, il giusto esercizio fisico, il pranayama, l’uso corretto dei sensi, e il perseguire valori più elevati nel nostro comportamento (Yama e Niyama), creano le basi nella nostra vita quotidiana, facendo si’ che la meditazione diventi veramente efficace; una tale vita aderente al dharma, che onora tutta la vita come sacra, diventa così la medicina comportamentale giusta per aiutarci a padroneggiare e trascendere la mente e i suoi disturbi, mentre la meditazione è la sua pratica principale.

La mattina presto e immediatamente prima di dormire sono i due momenti della giornata piu’ propizi per sedere a meditare ed entrare in connessione con il nostro vero Sé, fondamento di tutta la vita. Namaste!

*Yoga Sutra : raccolta di 196 sutra o aforismi sulla teoria e pratica dello yoga, compilati da Patanjali 400AD

* Daiva-Vyapashraya: Si tratta di un trattamento non farmacologico basato sulla fede nel potere divino e nei rituali religiosi. Questa forma di terapia veniva usata in passato.

Daiva significa divino, Vyapashraya fiducioso e Chikitsa terapia o trattamento.

*Yukti-Vyapashraya : terapia o trattamento che fa uso di farmaci o ritrovati propri dell’ayurveda e di terapie denominate panchakarma