Maha Shivaratri, la notte sacra del Signore Shiva

Maha Shivaratri significa letteralmente “Grande Notte di Shiva” , si osserva la notte prima di Amavasya, cioè la notte prima e il giorno della luna nuova nel mese di Phalgun (febbraio – marzo) del calendario indù. 

Nel 2022, la data del Maha Shivratri  si celebra il 1° Marzo.

Ci sono numerose leggende  associate alla festività di Maha Shivaratri.

Secondo il Rudra Tandava, fu nella notte di Maha Shivaratri che il Signore Shiva eseguì il ‘Tandava Nathyam’ – la danza cosmica della creazione, conservazione e distruzione primordiale.

Un’altra leggenda popolare è quella che segna Maha Shivaratri come il giorno delle nozze divine di Parvati Devi e del Dio Shiva, a simbolizzare la dualità dei poteri cosmici a livello dell’universo manifesto quale forza cosmica maschile, insieme al suo complementare Shakti o principio femminile.

Maha Shivaratri è anche associato al Samudra Manthan (lo scuotimento dell’oceano), che è una delle leggende più popolari associate a questa festività. 

Si narra che Deva (divinità) e  Asura (demoni) , durante la zangolatura dell’oceano di latte per ottenere l’ Amrita (il nettare dell’immortalità) , fecero emergere  un vaso di veleno altamente tossico (Kalakuta o Halahal) . Deva e Asura si terrorizzarono vedendo il veleno, perché era così tossico da distruggere tutto il creato. Il Signore Vishnu nella forma di Kurma Avatar, che sorreggeva la montagna scossa con il serpente Vasuki usato come corda per la zangolatura , consigliò ai Deva e agli Asura di pregare e cercare l’aiuto del Signore Shiva. Mosso a compassione verso gli esseri viventi, e toccato dalle preghiere dei Deva e degli Asura, il Signore Shiva bevve il veleno, trattenendolo in gola. Il veleno era così tossico che la gola del Dio Shiva divenne blu. Da qui il nome Neelakantha, che letteralmente significa “Colui che ha la gola blu”. Deva e Asura iniziarono a pregare per tutta la notte e il Signore Shiva, il quale, contento della loro devozione, affermò che chiunque lo avesse adorato  nel giorno di Shivaratri avrebbe ottenuto ogni grazia. 

I Deva e gli Asura rappresentano gli aspetti positivi e negativi del proprio sé. La leggenda ci comunica che, per raggiungere l’autorealizzazione, uno deve controllare entrambi i lati del proprio sé e bilanciarli per raggiungere la meta.

La montagna Mandhara, con cui i Deva e gli Asura scuotevano l’oceano, (Mana – mente; dhara – in una linea o flusso) simboleggia la concentrazione.

Il Kurma Avatar di Vishnu – simboleggia il ritiro dei propri sensi – proprio come una tartaruga ritrae la testa sotto il suo guscio a simboleggiare la contemplazione attraverso la meditazione e la concentrazione.

L’Oceano di Latte sottoposto a zangolatura – è la coscienza umana collettiva.

Il veleno Halahal – rappresenta la sofferenza e il dolore che viene alla luce quando si passa attraverso un lavoro di osservazione di sé , di rinuncia e ascesi.

Conclusione: mentre i Deva e gli Asura (i positivi e i negativi del proprio sé), hanno agitato l’oceano di latte (la mente) per il nettare dell’immortalità (realizzazione del sé), con il monte Mandhara (concentrazione) appoggiato sul Kurma Avatar di Vishnu (ritirando i loro sensi), usando Vasuki (desiderio) come corda per agitare l’oceano, la prima cosa che è venuta fuori è stato il veleno Halahal (dolore e sofferenza) che doveva essere risolto per poter progredire sia individualmente che collettivamente come esseri umani.

È qui che entra in gioco il Signore Shiva. Il suo consumare il veleno, ci suggerisce che per risolvere il dolore e la sofferenza che emergono come risultato di un severo lavoro di concentrazione, penitenza e lavoro su di sé, si ha bisogno delle qualità del Signore Shiva cioè: coraggio, compassione, volontà, iniziativa, semplicità, austerità, distacco etc.

Per concludere, il Signore Shiva è la grande divinità dell’Himalaya, basti citare alcuni luoghi che gli appartengono quali: Amarnath nel Kashmir, Kedarnath nel cuore dell’Himalaya, il monte Kailash in Tibet. La sua città è Kashi (Varanasi), ma anche Uttarkashi nell’Himalaya, sulle rive del fiume Bhagirathi il principale affluente del fiume Gange, dove ha sede anche l’Asharm Yoga Vidya Gurukulam del nostro Guru Swami Ananda Saraswati.