Il Viaggio

Quando vai in India non visiti un paese ma vai a fare un viaggio dentro te stesso. L’impatto è forte: povertà, sporcizia, confusione e tantissima spiritualità, e inevitabilmente tutto questo fa emergere le tue resistenze, i tuoi limiti e la volontà o no di superarli. Ci sono solo due strade: rimanere e rimodulare il tuo modo di vivere occidentale, o scapparee ritornare nei luoghi sicuri dove conosci il copione e non corri rischi. Io sono rimasta, ho affrontato tutto: le strade della metropoli, affollatissime e caotiche, dove ci stai le ore per percorrere pochi chilometri; le strade di montagna per andare verso nord, a strapiombo sul nulla con autisti spericolati ma sicuri di sé; il cibo, sapientemente speziato e profumato ma a cui devi fare l’abitudine; la devozione per il Gange, Ganga per gli indiani, con i quotidiani rituali sulle rive del grande fiume dove si bagnano per purificarsi e onorare la Divinità; il sorriso dei bambini, semplici e gioiosi, che hanno poco e che non ho mai sentito piagnucolare; l’Energia dei luoghi sacri, che senti con il cuore e fa scaturire pianti mai fatti, liberatori. Fai i conti con te stesso finalmente, ti guardi dentro e cominci a conoscerti. Quando ti ritrovi sull’aereo di ritorno dall’India, sei un’altra persona, quella persona che avevi tenuto prigioniera sotto una coltre di sovrastrutture che non ti permettevano di parlare al tuo vero Sé. 
E ti accorgi che il viaggio è solo all’inizio.
Vi invito al viaggio…

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